Fornace Alba Docilia // la casa dei macachi

Quattro secoli di storia quella della Fornace Alba Docilia, che a partire dal 1600 è stata una delle fabbriche ceramiche più longeve sul territorio. Situata in Via Stefano Grosso, nel cuore di Albissola Marina, è stata di proprietà della famiglia Conrado inizialmente, e poi, dopo vari passaggi di proprietà, nel 1919 è arrivata nelle mani di Adolfo Rossello. Tra i ceramisti che collaborano con l’Alba Docilia fra il primo e il secondo dopoguerra ci sono Guglielmo Bozzano, Romeo Bevilacqua, Amleto Modolo, Ivos Pacetti, Virio da Savona, Cerruti, Carlo Frumento e Benedetto Gaggero. Adolfo Rossello muore nel novembre1953 e la ditta passa ai figli: sarà Francesco Adolfo a gestirla fino alla chiusura definitiva, il 13 dicembre 1982. E’ l’amministrazione comunale ad acquisire i locali e a dare corso al pieno recupero della fabbrica per adibirla a spazio espositivo. Negli spazi interni, si trovano strutture che raccontano l’antico processo produttivo: tre forni novecenteschi rimasti intatti e la botola per il passaggio delle fascine che, poste al piano superiore vicino al forno, una volta seccate dal calore, venivano introdotte nella bocca del forno. Poi, ecco le vasche per la decantazione della terra, e le ‘murate’ (in dialetto mueè) su cui veniva affinata la terra nell’accesso alla Fornace da Vico Chiuso, strettissimo vicolo, che la collega via Italia.

Associazione La Fornace

Nel maggio 2012 la Fornace venne chiusa in seguito al distacco di mattoni dalla volta della Galleria. I lavori per la messa in sicurezza della struttura, effettuati nelle primavera 2016, hanno consentito la riapertura nel successivo mese di giugno, con la gestione affidata dal Comune di Albissola Marina alla Associazione culturale ‘La Fornace’. LaFornace Alba Docilia è parte integrante del MuDA (Museo Diffuso Albissola), che comprende anche il Centro esposizioni e Sala di lettura di via dell’Oratorio, la Casa Museo Jorn di via D’Annunzio (sulla collina dei Bruciati) e il Lungomare degli artisti.

I Macachi di Albisola// la mostra permanente

Oltre due secoli, dal periodo napoleonico ai giorni nostri. Dalla volontà dell’amministrazione comunale di Albissola Marina (immediatamente colta dall’Associazione ‘La Fornace’) di fissare nel tempo la tradizione dei Macachi nasce questa mostra permanente, inserita a pieno titolo nell’opera di valorizzazione del nostro presepe popolare, oggi portata avanti da alcune famiglie di figurinai e da un’Associazione, Macachi lab, nata proprio con questo scopo. Una mostra ben scandita nella progressione storica, ma in progress, con un possibile significativo ricambio delle statuine in esposizione.

Opere in mostra

Scuola Antonio Brilla (1813-1891), collezione Barbara Checcucci (Checcucci restauri);Statuine 1800-1900, collezione Barbara Checcucci (Checcucci restauri); Antonio Tambuscio (1870-1931), collezione Giusi Spirito; Silvana Priametto (dagli anni ’70) da stampi Tambuscio, collezione Ceramiche San Giorgio; Famiglia Viglietti (dagli anni ’70) da stampi Brilla, collezione famiglia Viglietti; Statuine fine Ottocento, collezione Lea Gobbi; Gemma Nicolini (1907-1988), collezione Lea Gobbi; Beatrice Maricone (1887-1962), collezione famiglia Basso; G. B. Baciccia Basso (1913-1988) e Maria Bruzzone (1916-1975), collezione famiglia Basso; Stampi e attrezzi per statuine Beatrice Maricone e G. B. Basso, collezione famiglia Basso; Macachi lab (Simonetta, Alessandra e Tiziana), collezione privata Macachi lab; Renato (1938-2016) e Maria Piccone, collezione privata famiglia Piccone; Silvana Ercole (1948-2008) e Alberto Mantero, collezione privata Alberto Mantero; Stampo anni Venti Giuseppina Ciarlo (1883-1975), collezione privata Alberto Mantero